giovedì 12 aprile 2018

Adrano: la "Cerca" dell'Addolorata


Riprendo a scrivere sul mio Blog dopo un lungo periodo di pausa e lo faccio portandovi ad Adrano, antica e storica cittadina alle pendici dell'Etna, posizionata su di un altipiano lungo il percorso del fiume Simeto.




Su Adrano si potrebbe scrivere moltissimo, ma in questa puntata voglio soffermarmi su uno dei tanti momenti che caratterizzano le tradizioni della Settimana Santa adranita.

Il Venerdì Santo, al mattino, protagonista è la Madre Addolorata che effettua la cosiddetta "Cerca", una processione che consiste nella ricerca del Figlio martoriato alla Colonna attraverso la visita di molte chiese del centro storico.


La Vergine, avvolta da un lungo velo nero, esce alle prime ore del mattino dalla chiesa a lei dedicata e attraversando vicoli e strade suggestive entra all'interno delle chiese che incontra. Il simulacro, tradizionalmente portato a spalla dai barbieri, è al giorno d'oggi condotto in processione dalle donne adranite ed è accompagnato dal corpo bandistico locale e da un gran numero di fedeli.

In molte delle chiese che la Vergine visita vengono eseguiti canti che rendono il momento ancora più intenso di emozione.
Il momento culmine della processione è l'incontro della Madre col Cristo alla Colonna presso la Chiesa di San Sebastiano.
Il giro processionale si conclude poi col rientro del simulacro nella chiesa dell'Addolorata intorno alle ore 14.00, ove rimane in attesa della processione serale col Cristo Morto.










Grazie a Francesco che mi ha fatto compagnia in questa breve trasferta e agli amici Gaetano e Nicola che ci hanno accolti e ospitati nella loro città.
Alla prossima!


Visitato venerdì 30 marzo 2018

sabato 11 giugno 2016

Siracusa: Galleria Regionale Palazzo Bellomo


Nel corso di una passeggiata di mezza giornata nella bellissima città di Siracusa, sull'isola di Ortigia, ho avuto il piacere di visitare (era in programma perchè non ero finora riuscito a farlo) il Museo Regionale di Palazzo Bellomo.

Ubicato per l'appunto nel prestigioso Palazzo Bellomo, esempio superstite di rara bellezza di un edificio federiciano del XII secolo d. C., il Museo nasce nel 1940 dalla separazione delle raccolte d'arte medievale e moderna da quelle del Museo Archeologico.
La collezione è sapientemente disposta in ordine cronologico nelle varie stanze dell'edificio e sui due piani e comprende opere d'arte figurativa, pittorica e decorativa di grande interesse storico.

Tra tutte vi cito l'opera più importante e conosciuta della collezione, l'Annunciazione di Antonello da Messina, datato 1474.



Non aggiungo molto altro perchè descrivere un museo è impossibile, bisogna semplicemente dedicargli del tempo per visitarlo.
Per informazioni dettagliate su sede, orari e biglietto potete consultare il sito ufficiale al seguente link:

Adesso non mi resta che ringraziarvi per la lettura di questo breve post e lasciarvi a qualche immagine del Museo. Alla prossima!

Il cortile interno di Palazzo Bellomo






Visitato il 31 marzo 2016
© Foto D. Pennisi

sabato 20 febbraio 2016

NOTO (SR): la festa di San Corrado

A distanza di ben dieci anni torno a Noto in occasione dei festeggiamenti che la città tributa al protettore San Corrado Confalonieri il 19 febbraio. 
C'è da dire che qualsiasi occasione di visita di questa città, definita il "Giardino di pietra", patrimonio dell'umanità, è sempre da cogliere al volo, per quanto splendore le pietre barocche sapientemente intagliate e scolpite nel post terremoto del Val di Noto (1693) offrono agli occhi e all'anima.

La festa, cioè l'uscita dell'urna dalla Cattedrale, ha inizio alle ore 17.00. Essendo arrivati sul posto con un'ora e mezza di anticipo decidiamo di fare tappa all'Eremo di San Corrado, a circa 5 km dal centro storico. Si tratta di un santuario eretto sul luogo in cui il santo visse all'interno di un'amena grotta.
Il posto è molto suggestivo, collocato tra due costoni (Valle dei Pizzoni) caratterizzati da rigogliosa vegetazione, e solcato da un fiumiciattolo nei pressi del quale scorre una fonte denominata "Acqua di San Corrado".
L'eremo purtroppo, al momento della nostra visita, non è visitabile per via di un cantiere atto alla riqualificazione del viale che conduce al santuario. 

Il fiumiciattolo che lambisce il santuario

La statua di San Corrado posta nel piazzale antistante l'eremo
Ingresso dell'eremo
Esterno dell'eremo visto dal piazzale

Facciamo quindi ritorno in centro per partecipare alla festa di San Corrado.

Corrado Confalonieri nacque a Calendasco nel 1290 da nobile famiglia. Durante una magra battuta di caccia, appiccando il fuoco per stanare la cacciagione, provocò involontariamente la devastazione di boschi, case, coltivazioni che dovette ripagare con la confisca di tutti i suoi averi. Questo evento lo segnò nel profondo e decise di divenire terziario francescano, per poi lasciare, nel 1315 la città di Piacenza, la moglie e tutti i beni materiali, peregrinando per l'Italia intera e poi rifugiarsi nella preghiera presso l'eremo della Valle dei Pizzoni, nelle vicinanze di Noto. Lì, nella sua grotta, morì il 19 febbraio 1351. E' venerato come "santo" dalla pietà popolare, ma in realtà l'iter di canonizzazione non si è mai concluso e per la chiesa cattolica ha il titolo di "beato".
Il suo corpo incorrotto si custodisce in una preziosa urna argentea conservata presso la Cattedrale di Noto.

Urna argentea contenente le spoglie mortali di San Corrado

Passeggiando per la città non si può non rimanere coinvolti positivamente alla vista di chiese e palazzi che prospettano su vie, piazze e cortili. Noto, ricostruita dopo il terribile terremoto del 1693, rappresenta di certo la più alta espressione del fervore ricostruttivo e innovativo di una Sicilia Orientale decisa a risollevarsi dopo la catastrofe.
L'architettura e la storia di questa bellissima città richiederebbero almeno altri due post dedicati, e spero in futuro di poterlo fare.

Chiesa di S. Francesco e Monastero del SS. Salvatore
Cattedrale

La cattedrale, dedicata a S. Nicolò, monumento principale della città, è il fulcro della vita religiosa netina. Distrutta dal crollo parziale del 13 marzo 1996, è stata ricostruita, restaurata ed infine riaperta al culto il 18 giugno 2007.
Buona parte degli interni sono andati perduti, ma nuove opere di arte contemporanea sono state realizzate, mentre altre sono ancora in fase progettuale. La cupola, ad esempio, presenta un grande affresco raffigurante "La Pentecoste", opera del pittore Oleg Supereko, mentre sul soffitto della navata centrale campeggia un grande dipinto del maestro Lino Frongia raffigurante l'Assunzione della Madonna e le quattro virtù cardinali.

"La Pentecoste" di Oleg Supereko

Particolare dell'Assunzione di Lino Frongia

All'interno della Cattedrale c'è già fermento per l'imminente uscita della sacra urna di San Corrado, che si trova ancora posta sull'altare maggiore, cui accorrono molti fedeli per strofinarvi i loro fazzoletti bianchi.

Intero della Cattedrale
L'urna del santo, prima dell'uscita, viene riposta su una base caratterizzata da quattro grifoni in argento cesellato, per poi essere caricata sulle spalle dei devoti portatori.

I grifoni in argento
Alle ore 17.00 tutto è pronto per accogliere all'esterno San Corrado. La caratteristica principale della festa è certamente rappresentata dai numerosissimi Cilii.
Il cìlio è una grossa lanterna processionale in lamierino riccamente decorato con pitture raffiguranti l'urna, il santo e altri simboli iconografici ricorrenti nella tradizione netina. In numero di circa duecento, sono sorretti ciascuno da un portatore e accompagnano l'urna reliquiaria di San Corrado lungo tutto il percorso processionale.
Non vi sono dati certi sulla loro origine, ma parte che questa tradizione risalga al 1620, quando il canonico Pietro Ansaldo nel suo testamento lasciò una cospicua rendita per abbellire la festa del 19 febbraio, dando disposizioni che l'urna, durante le processioni, fosse illuminata da dodici "intorci grandi". Probabilmente da lì via via il loro numero crebbe.
Secondo altri si tratta di una contaminazione spagnola, trovandosi simili apparati, sebbene in numero inferiore, anche in altre località siciliane.
I portatori di cilii si dispongono in due file ai lati della scalinata della cattedrale; la processione è preceduta dalle confraternite della città, con i loro vessilli e le loro insegne, e infine, tra gli spari di fuochi d'artificio, la tanto attesa uscita dell'urna del Patrono.
I cilii davanti alla Cattedrale

I cilii in attesa dell'uscita dell'urna


Le confraternite aprono la processione

L'urna di San Corrado esce dalla Cattedrale
L'urna di San Corrado in processione
Un cìlio e l'urna all'interno della Chiesa del SS. Crocifisso

Aggiungo, per concludere, che la festa di S. Corrado si svolge due volte l'anno:
  • il 19 febbraio (giorno della sua morte) e la domenica successiva;
  • il 28 agosto (giorno in cui nel 1515 ne fu ufficialmente autorizzato il culto) e la domenica successiva.

Grazie ai miei compagni di viaggio, Rosario ed Emanuele. 
Alla prossima!



Visitato il 19 febbraio 2016

sabato 26 dicembre 2015

MISTERBIANCO (CT): Campanarazzu, l'antica Chiesa Madre di Monasterium Album


Sono finalmente riuscito a visitare uno dei luoghi già da tempo in "lista d'attesa", approfittando di questa giornata di apertura straordinaria del sito, che di fatto è ad oggi un cantiere. Un luogo davvero interessante per diversi aspetti, un sito che desta stupore perché, dato per irrimediabilmente perduto per alcuni secoli, è straordinariamente riemerso dal basalto lavico grazie all'interesse di alcuni abitanti di Misterbianco.

Sto parlando dell'antica Chiesa Madre di Monasterium Album, dedicata alla Madonna delle Grazie e sepolta durante la spaventosa eruzione del 1669, le cui lave fuoriuscite dai crateri dei Monti Rossi di Nicolosi coprirono interi centri abitati giungendo a Catania.

Anche Misterbianco non fu risparmiata, e l'antica Chiesa Madre, la cui fondazione risale probabilmente al XII-XIII secolo e poi via via ampliata, venne sepolta. Solo la torre campanaria rimase in piedi, a testimoniare ai posteri l'esatta localizzazione del monumento.

Da sempre si è guardato con interesse a questo luogo, ma soltanto negli ultimi quindici anni, grazie all'attività e alla determinazione di alcune persone, riunite oggi nella Fondazione Monasterium Album, si è potuto dare il via ai lavori di sbancamento del basalto lavico, di messa in sicurezza del sito e di recupero di quanto si è conservato.


Il percorso sterrato di circa 150 metri tra la sciara del 1669 per raggiungere il sito

L'esterno dell'antica Chiesa Madre

Particolare del portale principale

L'esterno presenta attualmente due ingressi: il portale maggiore in stile rinascimentale e il portale laterale cinquecentesco. Ben visibile anche il campanile, salvatosi dalla colata del 1669 ma parzialmente distrutto dal successivo terremoto del Val di Noto del 1693.

L'intera struttura è stata recentemente dotata di una copertura atta a preservare quanto riportato alla luce nei recenti scavi.

Il personale della Fondazione Monasterium Album guida i gruppi di visitatori all'interno del sito con spiegazioni esaustive sugli interventi di recupero e sulle notizie storiche e artistiche della chiesa.

L'interno ad unica navata è arricchita di pregevoli altari ricostruiti ricollocando i pezzi trovati in loco; lateralmente alla struttura si aprono vari ambienti di particolare interesse storico, tra i quali una cappella in stile gotico con pavimento maiolicato che testimonia l'origine antica del luogo di culto.

L'interno della chiesa

Il fatto sorprendente, ciò che rende questo sito unico, è che nonostante la struttura sia stata completamente colmata dalla colata, molti elementi architettonici di grande pregio artistico si sono conservati. E' stato così possibile ricomporre i pezzi in modo da dare un'idea abbastanza esaustiva dell'aspetto originario.

Uno degli altari in fase di ricomposizione

I vari altari laterali sono arricchiti da colonne, basamenti e cornici riccamente decorati in pietra bianca scolpita a motivi floreali, con putti e altri simboli che lasciano intendere quanto raffinata fosse la fattura interna dell'edificio sacro.

Sulla sinistra si apre una cappella dedicata al SS. Crocifisso che conserva un prezioso altare del 1629.

Particolare architettonico all'ingresso 
della cappella del Crocifisso
Monumentale ingresso alla cappella del 
Crocifisso; sulla sinistra veduta parziale dell'altare

Particolare dell'altare del SS. Crocifisso

Non aggiungo altro, ed evito di mostrarvi altre foto per non togliervi il piacere della scoperta.


INFORMAZIONI PER LA VISITA

L'ingresso è assolutamente gratuito; tuttavia se volete (e vi esorto a farlo) potete lasciare in una cassettina il vostro contributo anonimo; il ricavato, è superfluo dirlo, viene utilizzato per il completamento dei lavori di recupero.

Generalmente il sito è fruibile l'ultimo sabato di ogni mese dalle ore 10.00 alle ore 13.00, ma i seguenti recapiti vi permettono di avere informazioni più dettagliate sulla programmazione delle visite:

Recapiti telefonici: 095 301483 - 333 8819601 - 335 1247044

Contatto mail: info@monasteriumalbum.it


COME RAGGIUNGERE IL SITO


Il sito si trova in contrada Campanarazzu nel Comune di Misterbianco. La mappa che trovate al link seguente vi aiuterà a raggiungerlo. L'antica chiesa è incassata nel banco lavico e difficilmente visibile, eccetto per il campanile che è possibile riconoscere anche dall'esterno dell'area.

Lasciata la macchina nelle adiacenze del "Parco Suburbano Campanarazzu" in via Madonna degli Ammalati, si accede attraverso un cancello in lamiera (tipico dei cantieri con lavori in corso) e si percorrono a piedi circa centocinquanta metri su strada sterrata, fino a raggiungere la chiesa.



Spero questo post sia stato di vostro gradimento. Se volete lasciate un commento. Alla prossima!

Sito visitato il 26.12.2015

lunedì 26 ottobre 2015

ZAFFERANA ETNEA (CT): Il Museo degli Antichi Mestieri


Dopo ben tre anni dall'apertura, ho finalmente modo di visitare un museo che si trova nella mia cittadina di residenza, il Museo degli Antichi Mestieri, ospitato al primo piano della Palazzina Liberty del Parco Comunale di Zafferana Etnea, di proprietà comunale. 

La Palazzina Liberty, sede del Museo

Tutti gli oggetti esposti fanno parte della collezione privata del signor Orazio Messina, che con passione, dedizione e non poco impegno economico ha negli anni acquisito, presso mercatini o tramite internet, i preziosi oggetti del passato. 
L'esposizione è distribuita in diverse sale e si presenta ordinata e suddivisa in settori, ciascuno ospitante gli utensili di un mestiere o gli oggetti della vita quotidiana di un tempo, corredati da cartellino identificativo con nome in siciliano.
Così potrete vedere l'angolo del fabbro, quello del falegname, del ciabattino, del pescatore, del medico, del fotografo, la stanza da letto del contadino, la cucina, la classe di una scuola e così via.

Gli attrezzi del fabbro
La bottega ('a putia)
Il fotografo
Il medico
Militaria
Musica
La tavola "cunzata"
A scuola

La sala sicuramente più interessante è quella dei giocattoli, che colpisce non solo per i colori variegati degli oggetti esposti, ma per la grande quantità e tipologia di giocattoli; rimarrete affascinati nel vedere il funzionamento di alcuni di essi.

I giocattoli

La visita è guidata dal collezionista signor Orazio Messina, che con vi condurrà attraverso le sale spiegandovi gli usi degli oggetti più interessanti ed elencandovi i loro nomi in lingua siciliana.

Il signor Messina illustra gli oggetti della sua collezione

COME RAGGIUNGERE IL SITO

A Zafferana Etnea, superata la piazza, percorrendo tutta la via Roma troverete sulla sinistra uno spiazzo/parcheggio (Largo Giovanni Paolo II) da cui si accede al Parco Comunale. Il Museo si trova al primo piano della Palazzina posta sulla collinetta del parco.
Sono presenti, sia all'ingresso sia lungo il percorso, le indicazioni per raggiungerlo.
Questa mappa può aiutarvi a trovare il museo:



INFORMAZIONI

La visita prevede il pagamento di un ticket di € 2,00.
Il Museo è aperto soltanto il sabato e la domenica dalle ore 9.30 alle ore 12.30. Nei giorni feriali le visite sono possibili solo previa prenotazione, che è possibile effettuare telefonicamente ai numeri 095 7083453 e 347 4572020.

Visitato domenica 25 ottobre 2015