A distanza di ben dieci anni torno a Noto in occasione dei festeggiamenti che la città tributa al protettore San Corrado Confalonieri il 19 febbraio.
C'è da dire che qualsiasi occasione di visita di questa città, definita il "Giardino di pietra", patrimonio dell'umanità, è sempre da cogliere al volo, per quanto splendore le pietre barocche sapientemente intagliate e scolpite nel post terremoto del Val di Noto (1693) offrono agli occhi e all'anima.
La festa, cioè l'uscita dell'urna dalla Cattedrale, ha inizio alle ore 17.00. Essendo arrivati sul posto con un'ora e mezza di anticipo decidiamo di fare tappa all'Eremo di San Corrado, a circa 5 km dal centro storico. Si tratta di un santuario eretto sul luogo in cui il santo visse all'interno di un'amena grotta.
Il posto è molto suggestivo, collocato tra due costoni (Valle dei Pizzoni) caratterizzati da rigogliosa vegetazione, e solcato da un fiumiciattolo nei pressi del quale scorre una fonte denominata "Acqua di San Corrado".
L'eremo purtroppo, al momento della nostra visita, non è visitabile per via di un cantiere atto alla riqualificazione del viale che conduce al santuario.
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Il fiumiciattolo che lambisce il santuario |
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La statua di San Corrado posta nel piazzale antistante l'eremo |
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Ingresso dell'eremo |
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Esterno dell'eremo visto dal piazzale |
Facciamo quindi ritorno in centro per partecipare alla festa di San Corrado.
Corrado Confalonieri nacque a Calendasco nel 1290 da nobile famiglia. Durante una magra battuta di caccia, appiccando il fuoco per stanare la cacciagione, provocò involontariamente la devastazione di boschi, case, coltivazioni che dovette ripagare con la confisca di tutti i suoi averi. Questo evento lo segnò nel profondo e decise di divenire terziario francescano, per poi lasciare, nel 1315 la città di Piacenza, la moglie e tutti i beni materiali, peregrinando per l'Italia intera e poi rifugiarsi nella preghiera presso l'eremo della Valle dei Pizzoni, nelle vicinanze di Noto. Lì, nella sua grotta, morì il 19 febbraio 1351. E' venerato come "santo" dalla pietà popolare, ma in realtà l'iter di canonizzazione non si è mai concluso e per la chiesa cattolica ha il titolo di "beato".
Il suo corpo incorrotto si custodisce in una preziosa urna argentea conservata presso la Cattedrale di Noto.
Il suo corpo incorrotto si custodisce in una preziosa urna argentea conservata presso la Cattedrale di Noto.
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Urna argentea contenente le spoglie mortali di San Corrado |
Passeggiando per la città non si può non rimanere coinvolti positivamente alla vista di chiese e palazzi che prospettano su vie, piazze e cortili. Noto, ricostruita dopo il terribile terremoto del 1693, rappresenta di certo la più alta espressione del fervore ricostruttivo e innovativo di una Sicilia Orientale decisa a risollevarsi dopo la catastrofe.
L'architettura e la storia di questa bellissima città richiederebbero almeno altri due post dedicati, e spero in futuro di poterlo fare.
L'architettura e la storia di questa bellissima città richiederebbero almeno altri due post dedicati, e spero in futuro di poterlo fare.
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Chiesa di S. Francesco e Monastero del SS. Salvatore |
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Cattedrale |
La cattedrale, dedicata a S. Nicolò, monumento principale della città, è il fulcro della vita religiosa netina. Distrutta dal crollo parziale del 13 marzo 1996, è stata ricostruita, restaurata ed infine riaperta al culto il 18 giugno 2007.
Buona parte degli interni sono andati perduti, ma nuove opere di arte contemporanea sono state realizzate, mentre altre sono ancora in fase progettuale. La cupola, ad esempio, presenta un grande affresco raffigurante "La Pentecoste", opera del pittore Oleg Supereko, mentre sul soffitto della navata centrale campeggia un grande dipinto del maestro Lino Frongia raffigurante l'Assunzione della Madonna e le quattro virtù cardinali.
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"La Pentecoste" di Oleg Supereko |
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Particolare dell'Assunzione di Lino Frongia |
All'interno della Cattedrale c'è già fermento per l'imminente uscita della sacra urna di San Corrado, che si trova ancora posta sull'altare maggiore, cui accorrono molti fedeli per strofinarvi i loro fazzoletti bianchi.
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Intero della Cattedrale |
L'urna del santo, prima dell'uscita, viene riposta su una base caratterizzata da quattro grifoni in argento cesellato, per poi essere caricata sulle spalle dei devoti portatori.
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I grifoni in argento |
Alle ore 17.00 tutto è pronto per accogliere all'esterno San Corrado. La caratteristica principale della festa è certamente rappresentata dai numerosissimi Cilii.
Il cìlio è una grossa lanterna processionale in lamierino riccamente decorato con pitture raffiguranti l'urna, il santo e altri simboli iconografici ricorrenti nella tradizione netina. In numero di circa duecento, sono sorretti ciascuno da un portatore e accompagnano l'urna reliquiaria di San Corrado lungo tutto il percorso processionale.
Non vi sono dati certi sulla loro origine, ma parte che questa tradizione risalga al 1620, quando il canonico Pietro Ansaldo nel suo testamento lasciò una cospicua rendita per abbellire la festa del 19 febbraio, dando disposizioni che l'urna, durante le processioni, fosse illuminata da dodici "intorci grandi". Probabilmente da lì via via il loro numero crebbe.
Non vi sono dati certi sulla loro origine, ma parte che questa tradizione risalga al 1620, quando il canonico Pietro Ansaldo nel suo testamento lasciò una cospicua rendita per abbellire la festa del 19 febbraio, dando disposizioni che l'urna, durante le processioni, fosse illuminata da dodici "intorci grandi". Probabilmente da lì via via il loro numero crebbe.
Secondo altri si tratta di una contaminazione spagnola, trovandosi simili apparati, sebbene in numero inferiore, anche in altre località siciliane.
I portatori di cilii si dispongono in due file ai lati della scalinata della cattedrale; la processione è preceduta dalle confraternite della città, con i loro vessilli e le loro insegne, e infine, tra gli spari di fuochi d'artificio, la tanto attesa uscita dell'urna del Patrono.
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I cilii davanti alla Cattedrale |
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I cilii in attesa dell'uscita dell'urna |
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Le confraternite aprono la processione |
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L'urna di San Corrado esce dalla Cattedrale |
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L'urna di San Corrado in processione |
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Un cìlio e l'urna all'interno della Chiesa del SS. Crocifisso |
Aggiungo, per concludere, che la festa di S. Corrado si svolge due volte l'anno:
- il 19 febbraio (giorno della sua morte) e la domenica successiva;
- il 28 agosto (giorno in cui nel 1515 ne fu ufficialmente autorizzato il culto) e la domenica successiva.
Grazie ai miei compagni di viaggio, Rosario ed Emanuele.
Alla prossima!
Visitato il 19 febbraio 2016
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